COME FUNZIONA UN ARCO


Un arco è a tutti gli effetti una molla a due bracci, la corda che unisce le estremità mantiene la molla in tensione.
Tendendo la corda, si aumenta la tensione ed il dorso dell’arco, cioè la parte esterna rivolta verso il bersaglio, subisce un flessione. Il ventre dell’arco invece, cioè la parte interna rivolta verso l’arciere, subisce una forza di compressione.



L’arco potrà così trasferire sulla freccia l’energia accumulata con successo durante la tensione.

Nella costruzione di un arco occorre pertanto usare un legno adatto, ma soprattutto utilizzare tecniche costruttive che distribuiscano il più uniformemente possibile le due opposte forze di trazione e compressione.

Per costruire archi si possono usare varie specie di legni, ognuna con caratteristiche proprie che verranno ereditate dall'arco e che quindi vanno conosciute e valutate fin dall'inizio della lavorazione. Ogni essenza ha caratteristiche peculiari, che dipendono in una certa misura dalle condizioni di crescita della pianta. Se il clima si è mantenuto costante per tutta la vita dell'albero il suo legno sarà più omogeneo, mentre se ci sono state brusche variazioni nel clima o se la pianta è cresciuta inclinata (ad esempio su un pendio ripido o in lento movimento) gli anelli di crescita ne risentiranno e risponderanno in modo diversificato agli sforzi cui vengono sottoposti.

Il materiale ideale di partenza per la fabbricazione di un arco in legno è un fusto o pollone tra i 10 e 15 centimetri di diametro, di forma perfettamente cilindrica e privo di rami, nodi, traumi, ammaccatu-re, lesioni su tutta la superficie per una lunghezza uguale o superiore a quella dell’arco finito.

Questa situazione in realtà si presenta raramente e spesso il costruttore deve selezionare accuratamente una notevole quantità di materiale prima ancora dell’abbattimento. Questo investimento di tempo nella scelta del materiale si dimostra in genere ben impiegato. Se per questioni ambientali o di tempo, i meno fortunati, devono ricorrere all’acquisto, in segheria o in falegnameria, di una tavola o addirittura di un listello di legno adatto alla costruzione di un arco antico; per ottenere il listello che ci interessa bisogna tagliarlo dalla tavola con le modalità illustrate.



Le seguenti note sui legni adatti alla fabbricazione di archi si basano su personali esperienze relative ad alberi ed arbusti reperibili in Italia.

Per una migliore comprensione, specifico il significato che attribuisco ad alcuni termini usati:

DENSITA’: durezza e peso del legno

FLESSIBILITA’: capacità del legno di piegarsi senza fratturarsi

ELASTICITA’: capacità del legno curvato di tornare rapidamente alla posizione naturale

REPERIBILITA’: quantità di materiale idoneo rintracciabile sul territorio

STAGIONATURA: disidratazione naturale non traumatica del legno dopo il taglio

Complessivamente il legno migliore per costruire archi semplici tra quelli reperibili nelle foreste europee era il Tasso, che riunisce tutte le qualità essenziali per il buon funzionamento dell’attrezzo.

Altre essenze furono usate in alternativa a secondo delle disponibilità locali, delle tecniche costruttive e dalla funzione che l’arma doveva svolgere nelle mani dell’arciere.





Bibliografia :
disegni tratti da: L'arco di Baleison, Enrico Ascani
L’arco e gli arcieri , A.Cenni / Archi in legno, R.Rillo / Archi e frecce, J. Hamm










Layout e Grafica ©Mimina di Sagitta Barbarica-Biturigi